Southern e gli scontri per la tutela ambientale
La
multinazionale Southern e gli scontri
per
la tutela ambientale nel sud del Perù
Nella regione di Arequipa e in particolare nella provincia
di Islay, diversi conflitti socio-ambientali
hanno avuto inizio il 23 di marzo, con uno sciopero ad oltranza
organizzato e portato avanti da agricoltori e funzionari locali i quali temono
che la società mineraria Southern Peru Copper Corporation, SPCC, nella
realizzazione della miniera “Tia Maria” inquini le loro terre e i corsi
d'acqua.
Nel corso delle proteste ci sono stati morti e centinaia di
feriti tra manifestanti e membri della Polizia Nazionale del Perù (PNP).
Ora, i rappresentanti delle regioni di Arequipa, Cusco,
Puno, Tacna, Moquegua, Cajamarca e Apurimac Macro hanno deciso di proclamare
uno sciopero regionale per il 27 e il 28
del mese di maggio.
La società mineraria
di cui stiamo parlando ha una storia che presenta aspetti negativi a partire
dal mese di agosto del 2009, quando gli
abitanti del comune di Cocachacra, provincia di Islay, si opposero al progetto
minerario “Tia Maria” perché convinti che questo potesse causare danni ambientali.
Nello stesso periodo ci sono stati scontri tra gli abitanti dei villaggi e la
polizia che hanno portato al ferimento di quattro poliziotti e di quindici
manifestanti.
Nel maggio 2003 la Southern
aveva avviato un progetto di esplorazione del sito “Tia Maria”.
Nell'aprile 2011, sono morte tre persone a causa degli
scontri tra manifestanti e polizia.
Nel marzo 2011, l'Ufficio delle Nazioni Unite per i Servizi
e i Progetti (UNOPS) ha presentato informazioni con 138 osservazioni da cui
emerge che la società mineraria non aveva effettuato uno studio riguardante
l'acqua e il suolo.
Nel corso degli scioperi e fino al 14 maggio, nella
provincia di Islay, hanno perso la vita due manifestanti e un membro della polizia. Inoltre, altre due
persone sono decedute per un incidente stradale
verificatosi a causa degli scontri.
La società mineraria Southern, afferma che
il progetto “Tia Maria” inizierà ad operare nel 2017 e non contaminerà la valle
del Tambo in quanto la miniera si trova a 2 km dal centro abitato più vicino.
Inoltre, dice che si utilizzerà l'acqua di mare nell'attività mineraria.
Perché gli agricoltori non vogliono la
Southern. Uno dei motivi per cui i contadini hanno paura di questa società è
dovuto al fatto che nel mese di settembre del 2006, gli agricoltori , i
dirigenti e le autorità locali della regione di Moquegua avevano chiesto un
risarcimento per l'inquinamento ambientale. Per sostenere le loro ragioni, il
18 di settembre arrivarono a bloccare la linea ferroviaria che trasportava il
rame dalle miniere Cuajone e Toquepala.
Il danno ambientale. Un ampio fronte invita la Southern a pagare
400 milioni di dollari per danni ambientali. Tuttavia, l'amministratore
delegato della società mineraria ha detto che la sua società non pagherà questa
cifra per i danni ambientali, perché il loro impegno aziendale è quello di
contribuire allo sviluppo sostenibile della provincia di Ilo che si traduce in
lavoro e progetti, secondo fonti della
Defensoria del Pueblo.
Il 26 marzo del 2014, si è tenuta la ventesima "tavola
rotonda per analizzare l'acqua, le questioni ambientali, le proposte di
estrazione e di sviluppo del dipartimento Moquegua".
Nel frattempo, l'Agenzia per la valutazione e il controllo
ambientale (OEFA) ha, nell'ambito delle
sue competenze, riferito in merito all'inizio del piano di valutazione
di qualità ambientale in Moquegua.
10 anni di
conflitti socio-ambientali.Dal 2006 sino al mese di aprile di quest'anno non si sono
risolti i problemi in sospeso con la società mineraria Southern Peru Copper Corporation per le
questioni ambientali e l'uso del territorio della comunità nella città di
Moquegua.
La provincia Tambo Valle di Islay, è una zona agricola con
bestiame e più di 13.000 ettari di terreno agricolo e più di cinquemila abitanti.
Questo luogo genera direttamente e indirettamente circa 30.000 posti di lavoro.
La valle produce riso, aglio, cipolla, patate, canna da zucchero ed altro.
Pronuncia della Chiesa. Lo scorso 19 marzo di quest'anno a
Washington DC, negli Stati Uniti, in un'audizione pubblica dinanzi alla
Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani (CIDH), alla quale hanno
partecipato il Dipartimento di Giustizia e Solidarietà del Consiglio Episcopale
Latinoamericano (CELAM) e la Commissione della Conferenza Nazionale di Amazon
dei Vescovi del Brasile (CNBB), tra gli altri, si è sottolineato che le
industrie estrattive sono state una fonte di instabilità e tensione sociale
nella regione conducendo alla violazione dei diritti delle persone per favorire
gli investimenti privati.
Gli abitanti della regione di Arequipa
vogliono uno sfruttamento minerario serio e responsabile, cercano di proteggere
l'agricoltura dall'inquinamento, l'ambiente e i corsi d'acqua in modo che le
nuove generazioni possano godere di una
qualità della vita decorosa.
A cura di: Marcella Saderi
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